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Chi mi conosce sa che amo gli atleti “focosi”, quelli più difficili da gestire, quindi non sarò di certo io a puntare il dito su gesti di reale agonismo.

Ma qual è il limite da non superare per non sfociare in comportamenti poco produttivi e poco intelligenti, sia per se stessi sia per tutte le persone che prendono per esempio un Campione?

Mi riferisco allo scontro accaduto in campo durante il derby Inter-Milan tra Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku.

Secondo me, quando il “personaggio” che si vuole RECITARE supera la voglia di ESSERE un Campione, ecco, qui nascono i problemi
“L’uomo che non deve chiedere mai” sul campo lascia il tempo che trova.
Perché il vero leader è quello capace di rendere protagonisti gli altri e non sempre e solo se stesso, di guidare con l’esempio, di dimostrare sul campo con i fatti e non con le parole.

Se si perdono di vista questi concetti, lo sport (che dovrebbe essere esempio di vita) si trasforma in un teatro di marionette dove a tirare i fili diventa la popolarità, il “fare il figo” e non più quello che dovrebbe essere la base: sfidare i propri limiti e quelli altrui, migliorare se stessi. E soprattutto essere d’esempio per i più “deboli”, dimostrare che con sacrificio, umiltà e grinta tutto è possibile.

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