Il fine ultimo è sempre trovare la High Performance State: “La migliore versione di sé stessi”. Una sfida molto impegnativa, una delle più difficili, ma che porta grandi soddisfazioni.
Ho una mia personale metodologia di lavoro, formatasi con anni di esperienza diretta, che applico in maniera differente e puntuale a seconda della situazione e del tipo di professionista che ho di fronte. Ogni persona è diversa, proprio per questo mi piace applicare un metodo multimodale che non tralasci nulla al caso e che porti dritto all’obiettivo.
Creo protocolli di lavoro assolutamente personalizzati e unici.
La prima cosa che faccio con i miei coachee è insegnargli a respirare. E mentre gli insegno a respirare, ricordo loro che, se sono con me, se hanno scelto me, possono affidarsi e sapere che io non mollo mai!
Essendo una ex sportiva non so stare ferma e tengo i miei atleti sempre in attività e i miei manager sempre sul pezzo, con esercizi pratici per ottenere e riprodurre lo Stato di massima performance (High Performance State).
Questo vuol dire migliorare i punti di forza per renderli infallibili e lavorare sui punti di debolezza trasformandoli in punti di forza, per rendersi infallibili.
Mi piace creare un ambiente attorno al coachee che sia ecologico e gli permetta di poter accedere al suo potenziale senza troppe interferenze esterne eliminando, completamente o quasi, le interferenze interne.