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Quanto conta il benessere dell’atleta da 1 a 100?

Per rispondere, la prima domanda da fare è: secondo chi? 😁
Io parlo di ciò che conosco meglio e quindi mi riferisco al punto di vista del Mental Coach. Beh, la risposta è semplice ma non scontata: vale 200!

Noi siamo la figura a cui sta veramente a cuore il benessere fisico e mentale dei nostri ragazzi, troppo spesso strumentalizzati perché diventano “macchine da soldi”. Più il gioco si fa duro, più sono chiamati a dare di più… più allenamento, più tempo, più lavoro… più, più, più. Il risultato viene messo sempre al primo posto, a scapito di tutto il resto.

Generalmente il campione è quello che non si tira mai indietro, che vorrebbe non uscire mai da quel campo se potesse. Ma a volte la pressione, le richieste da parte di tutti, i social, fanno sì che questo non sia più ecologico e che gli atleti perdano la parte più bella dello sport: il divertimento, la felicità di fare quello che si ama ed essere d’ispirazione per tante persone.

Noi Mental Coach abbiamo l’obbligo di proteggere la parte più delicata dei nostri atleti, la loro sensibilità: Siamo quella figura sinceramente interessata al loro benessere e la domanda dopo una gara dev’essere: “Come ti senti? Ti sei divertito?“. Perché i risultati arrivano se la mente è libera; libera godersi il viaggio, che non necessariamente porta subito alla meta desiderata, ma che sicuramente rende tutto più bello e più ecologico.

Quindi quando mi chiedete: “Cosa fa un Mental Coach?” io rispondo: “Ci prendiamo cura dei nostri atleti, a 360 gradi” ❤️

[Nella foto Tom Cruise in “Jerry Maguire”, film di Cameron Crowe, 1996]

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