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"Il dolore lo chiami nemico finché non lo comprendi, poi lo chiami Maestro"

(cit.)

Questa frase per me è di una verità sconcertante. A volte non è facile da capire e da accettare, ma quando soffriamo ed usciamo dalla nostra zona comfort tutto il nostro potenziale si attiva per “crescere”, per uscire nel migliore dei modi da quella situazione e far sì che diventi esperienza. Esperienza non fine a se stessa, ma insegnamento, in grado di ri-fornirci, al bisogno, tutti quegli strumenti che abbiamo già utilizzato per superare la crisi.

A volte le emozioni più forti diventano nostre alleate di vita e ci forniscono quella forza in più per non mollare e per superare quei limiti che altrimenti non supereremmo mai.
Per questo spiego sempre ai miei atleti che non bisogna cacciare o rinnegare dolore, paura, frustrazione… ma accoglierle, elaborarle e “rimandarle indietro al mondo” sotto forma di sfide (in primis) e di limiti superati (poi).

Perché quando tutto va bene è facile. Invece poter dire: “Io ce l’ho fatta”, in un momento in cui tutto sembrava impossibile, questo sì che è forte.
È quello che amo del mio lavoro.
È quello che io semplicemente chiamo SPORT.

FOTO © “The White Sky VI” di Stefano Bonazzi

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