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In reazione a situazioni o eventi ricordati si attivano gli stati mentali che si manifestano sia con dei cambiamenti emozionali che di fisiologia. In altre parole, gli stati sono il perfetto connubio tra questi due elementi (emozioni e fisiologia).

Saper gestire questi stati è fondamentale sia per rapportarci al meglio con gli altri sia per stare bene con noi stessi. E, nel caso dei nostri atleti, è fondamentale saperli gestire per affrontare tutte le situazioni che richiedono un continuo adattamento.

La parte che mi piace di più è che lavorare sugli stati ci fa capire che siamo noi i soli responsabili del nostro modo di vivere. Né gli avvenimenti che ci accadono né le persone che frequentiamo possono influenzare o decidere come noi possiamo affrontare il vissuto di quel momento.

Imparare a riconoscere gli stati è il primo passo per cominciare a prendere confidenza con loro e gestirli riuscendo ad affrontare con successo le prove che dobbiamo affrontare.
Successivamente bisogna capire che per ogni prestazione esiste uno stato “migliore” di un altro, quello che ci permette di attingere direttamente al nostro potenziale e di farci risultare efficaci in una determinata situazione.

Quindi, riassumendo, il miglior modo di lavorare sugli Stati è:
1. Saperli riconoscere 
2. Saperli riprodurre
3. Fare in modo che rimangano “puliti”, ossia non confonderli tra loro o con le emozioni.

Come possiamo fare sì che i nostri atleti siano in grado di fare questo?
• Fare una mappa della Fisiologia
• Fare una mappa delle Emozioni
• Fare una mappa delle Sub-Modalità (ma questa è un’altra storia)

Ricordiamoci sempre che la fisiologia ci fornisce il più potente (e sicuramente anche il più veloce) mezzo per cambiare gli stati e di conseguenza il dialogo interno legato ad essi.

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