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Non importano i titoli e l’esperienza che puoi avere, la prima cosa che molti (nello sport e nella vita) notano è che sei una donna, una donna in un mondo di “uomini”.

Molte, troppe volte, ho dovuto “difendermi” da attacchi, anche di “addetti ai lavori” secondo i quali SICURAMENTE le mie prestazioni NON sarebbero state solo quelle di Mental Coach
Troppe volte ho sentito le stesse persone dire: “Chissà cos’ha fatto per lavorare con quell’atleta così forte/con quella squadra così in vista!”.

Questa è la nostra piccola Italia, così pronta a puntate il dito sul sesso debole… che debole non è per nulla perché, cari signori, noi per esserci dobbiamo essere tre volte più brave, tre volte più preparate e dobbiamo tirare fuori 3 “palle”.
Sì, 3 perché solo 2 a noi non bastano!

Malgrado tutto questo siamo lì che non molliamo, anzi!

La mia personale battaglia sarà appunto questa: dimostrare che le donne non solo possono “convivere” in un campo da calcio, tennis, ecc. ma a volte sono proprio loro a dare quel valore aggiunto e a fare la differenza, come spero di fare con i tutti miei atleti, calciatori e non.

Perciò finiamola con le guerre sessiste!
Impiegate invece il tempo a fare la guerra a chi è incapace, a chi è stato messo in campo solo perché è l’amico/il fratello di…
Facciamo la guerra a chi non sa fare il proprio lavoro e pretende con due pubblicità e quattro video di lavorare su “persone” non avendo le capacità per farlo. Quelli sono i nemici della professionalità, quelli sono i veri nemici dello sport!

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