Oggi voglio rispondere a una domanda particolare. Per renderle giustizia dovrei scrivere pagine e pagine, ma proverò a farlo in poche righe esprimendo la mia personale opinione in merito.
Che cos’è il TALENTO?
Le definizioni di talento sono molteplici e ciascuna ha in sé qualcosa di vero, proprio perché il talento stesso può esprimersi in mille maniere differenti.
Molte persone parlano di talento inteso come “dono”, qualcosa che viene regalato alla nascita a qualche fortunato, quindi o ce l’hai o non ce l’hai. Ovviamente può andare in qualsiasi direzione: talento tecnico, intelligenza in campo, fisico super-dotato (io a questa definizione credo).
Altri invece attribuiscono al talento il significato di “inclinazione naturale” che ciascuno possiede fin dalla nascita, ma di cui spesso non si ha consapevolezza.
Sicuramente ogni talento, anche il più particolare, va “lavorato” per renderlo fruibile in tutti i suoi aspetti e per permettere alla persona che lo possiede di ottenere il massimo dei vantaggi da esso.
Per me, i giocatori di talento li vedi subito: sono quelli che hanno una facilità disarmante nell’eseguire i gesti tecnici più difficili; sono quelli che sorridono ancor prima di aver concluso un’azione; sono quelli che, divertendosi in quello che fanno, accedono al loro potenziale e moltiplicano le loro qualità.
A me il talento ha sempre commosso, in qualsiasi modo esso si esprima.
Ma credo anche che, se un giocatore di talento si “appoggia” a questa sua dote e non si allena come dovrebbe, raggiungerà sicuramente meno risultato di un giocatore con meno possibilità ma dotato di più costanza e dedizione!
Riconoscere i talenti e farsi guidare verso la loro realizzazione è importante in qualsiasi percorso uno decida di intraprendere. È sopratutto un ‘dovere’ perché, secondo me, sprecare un talento è uno di quegli sbagli che nella vita non si dovrebbero mai commettere.