Skip to main content

Uscire dalla propria zona confort “uccide” tutti.

Non importa se sei un coach, un atleta o un impiegato: nella maggior parte dei casi siamo animali abitudinari. Ci sentiamo a nostro agio, passando per la stessa strada, facendo i rituali che ‘portano bene’ prima della gara e giocando lo stesso colpo quando siamo in difficoltà o dobbiamo essere risolutivi.

Ci affidiamo a quello che ci “rende sicuri”, a quegli automatismi che ci fanno “sentire a casa”, e non c’è nulla di sbagliato in questo, ma il miglioramento sta nell’uscire da queste “zone sicure” ed affrontare le difficoltà, trovare il coraggio di sperimentare nuove strategie, migliorare un gesto tecnico che è già buono ma potrebbe essere meglio. E per fare questo ci si prepara prima.
Ci vuole allenamento.

Bisogna imparare a gestire le proprie ansie e i propri stati, così che la novità non sarà mai un salto nel buio senza paracadute ma una discesa da una roccia in cordata con il tuo coach, pronto ad allentare la corda quando sarai a tuo agio e a tenerti negli scivoloni… fino quando non sarai in grado di scalare da solo!

Il coach è questo: non farti cadere nel vuoto, ma darti tutti gli strumenti per scalare la tua “montagna”.

Leave a Reply