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Ricerca dell’eccellenza o perfezionismo estremo?

Qual è il limite tra queste due metodiche?

Secondo me la differenza sta nel come, nella proprio testa, gli atleti vivono queste due “forme di allenamento”. Potrebbero essere giuste o sbagliate entrambe, ma personalmente la prima mi piace tantissimo ed è una cosa che continuamente ricerco pure io nel mio lavoro, spingendo quindi anche i miei atleti a trovare la migliore versione di se stessi, la propria eccellenza. Non quella in generale o quella del campione, ma quella che ognuno ha dentro di sé.

ECCELLENZA: questa  parola mi dà sicurezza, mi fa sentire bene anche solo nel pronunciarla, e può essere lì… a portata di allenamenti! 😁

Il perfezionismo estremo, invece, non fa per me. Considerando che “la perfezione” per me non esiste, non saprei quantificarla. Inoltre la parola “estremo” (legato a “perfezionismo”) mi mette pressione: perfezione secondo chi? Qual è il modello perfetto da copiare?

Molte volte gli atleti che la ricercano si perdono in mille particolari, perdendo di vista il quadro generale ed il motivo per il quale hanno iniziato, ossia “divertirsi” nel proprio sport!

Non ho mai sentito dire ad un atleta: “Ecco, ora sono perfetto.” o essere felice per aver trovato la perfezione. Manca sempre questo o quello per esserlo… ed io aggiungo “Grazie al cielo!” 😁

Ve la immaginate la noia di lavorare con qualcosa di perfetto che non può più migliorare?

Voi cosa ne pensate?
Aspetto le vostre riflessioni nei commenti o via messaggio!

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