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C’è una frase che mi ha sempre colpito, fin quando ero bambina:

La ragione per cui abbiamo due orecchie e una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno” (Zenone di Cizio)

Negli anni, specialmente facendo questo lavoro, ho capito l’importanza infinita che questa frase porta con sé. Io, di mio, amo ascoltare i miei atleti e la parola ascolto per me significa entrare in empatia con loro, capire non solo le loro parole ma anche le loro sensazioni.

Molte volte mi racconta tantissimo anche ascoltare i loro silenzi, che può sembrare una frase fatta ma vi assicuro che non lo è! Io e il mio collega Lorenzo Marconi lo chiamiamo “il silenzio dell’atleta“. Quando fai la domanda giusta, al momento giusto, ecco che accade; sembra una magia, è un silenzio diverso dagli altri, pieno di parole non dette, sguardi che ti fanno capire la verità, quella più vera che a volte è difficile da condividere… un gesto, un movimento… e lì, in quel silenzio, c’è tutto il mondo del mio atleta, il MIO mondo e tutte quelle risposte che non avrebbero saputo darmi mille parole.

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